Molte imprese parlano di IA come di una tecnologia futura, ma in realtà è già ampiamente utilizzata. Secondo un’indagine recente, oltre la metà delle PMI svizzere impiega forme di IA, e nel Ticino il 75,6 % delle imprese dichiara di essere in fase di trasformazione digitale. Tuttavia, il 39 % afferma di avere budget limitati. Nel frattempo, i dipendenti utilizzano strumenti come ChatGPT per scrivere e-mail o tradurre testi, talvolta caricando dati aziendali sensibili su piattaforme pubbliche. Questo fenomeno viene definito “Shadow AI”: l’uso non autorizzato di IA da parte di collaboratori che cercano di semplificare il lavoro. Vi siete mai domandati quanti dati della vostra azienda sono già nelle mani di un modello AI?
Ignorare l’IA non è più un’opzione: significa lasciare che l’innovazione venga guidata dal caso. Occorre invece pianificare l’adozione in modo responsabile, definendo processi, ruoli e obiettivi. Ma da dove iniziare?
Un approccio strutturato può essere suddiviso in quattro dimensioni, come proposto dagli esperti di Agenda Digitale:
Oltre alle quattro dimensioni, alcune buone pratiche possono guidare le PMI nel percorso di adozione:
Il panorama ticinese offre esempi di successo nell’adozione dell’IA. xFarm, con sede a Locarno, utilizza l’IA per analizzare dati agricoli e ottimizzare irrigazione e fertilizzazione; questo ha migliorato produttività e sostenibilità. Delvitech e Riri hanno implementato sistemi di visione artificiale per il controllo qualità industriale. Molti fornitori di servizi (Manthea, TechSolutions, Innovatech) usano chat bot basati su IA per fornire supporto ai clienti e algoritmi predittivi per l’analisi del mercato. Persino il settore bancario innova: Banca Investis ha lanciato NIWA, un consulente digitale basato su IA che assiste i private banker e avvicina i clienti giovani. L’uso dell’IA nella redazione di documenti, nella traduzione, nella gestione della supply chain e nella corrispondenza aziendale è sempre più diffuso, migliorando velocità ed efficienza.
Queste esperienze mostrano che la tecnologia può portare benefici tangibili in termini di riduzione degli errori, aumento della qualità, risparmio di costi e competitività. Ma sottolineano anche l’importanza di accompagnare l’innovazione con formazione, governance e cultura.
Le aziende ticinesi affrontano diverse barriere all’adozione dell’IA: incertezza finanziaria, percezione psicologica dell’IA come complessa, dati frammentati, resistenza culturale e assenza di strategia. Per superarle è necessario un approccio sistemico. La diagnosi dei processi, la mappatura dei dati e la valutazione del capitale umano rappresentano il primo passo. Poi si definisce una roadmap realistica, evitando di voler digitalizzare tutto in una volta. Infine, si attuano progetti pilota e si investe nella formazione.
Una leadership visionaria è fondamentale: i dirigenti devono comprendere che l’IA non sostituirà l’uomo ma lo potenzierà. Le aziende che ignorano l’IA rischiano di essere marginalizzate; quelle che la adottano con saggezza possono trasformare rischi in opportunità. Se non siete voi a guidare l’innovazione, qualcuno lo farà al vostro posto.
L’introduzione dell’IA in azienda è un processo complesso ma indispensabile. Richiede consapevolezza, strategia, gestione del rischio, coinvolgimento delle persone e collaborazione. Le PMI ticinesi hanno la possibilità di sfruttare un ecosistema ricco di competenze e di casi di successo. Adottare l’IA oggi significa prepararsi a un futuro in cui la tecnologia sarà integrata in ogni attività. La domanda finale è: cosa accadrà alla vostra azienda se non iniziate a esplorare l’IA?